No coprifuoco e chiusura bar.
Se non è un ritorno a quel recente passato che tutti vorremmo dimenticare, di certo è un «cambio di fase». Per la prima volta dopo mesi, il nuovo Dpcm che Giuseppe Conte firmerà entro domani non allenta i divieti, ma li rende più stringenti. Fino al 7 novembre stop al ballo anche «nei luoghi privati aperti al pubblico», distanziamento da rispettare rigorosamente ovunque, mascherine obbligatorie all’aperto su tutto il territorio nazionale. Multe salate e i militari delle operazioni «Strade sicure» impegnati anche nella lotta al Covid. Il numero dei ricoveri aumenta e il premier raccomanda di tenere altissima l’attenzione.
Le nuove regole
A illustrare alle Camere le nuove misure sarà oggi il ministro Roberto Speranza. Il responsabile della Salute farà appello all’unità delle forze politiche, chiederà di «tornare allo spirito di marzo» e, per placare le proteste delle categorie produttive, chiarirà che «la sicurezza sanitaria è premessa della ripartenza economica». Quanto allo stato di emergenza, che sarà prolungato fino al 31 gennaio per decreto e che oggi sarà oggetto del Consiglio dei ministri, Speranza spiegherà che è necessario «perché l’emergenza è ancora in corso».
Il coprifuoco in Campania
La movida torna a generare allarme. In Campania il presidente Vincenzo De Luca ha imposto a bar e locali di abbassare le saracinesche alle 23 nei giorni feriali e a mezzanotte nei fine settimana. Si è discusso molto sull’opportunità di estendere i divieti su scala nazionale, ma la stretta non ha convinto tutti i ministri e ha scatenato la reazione dei «governatori». E così il premier ha annunciato che «non c’è nessuna intenzione da parte del governo di chiudere ristoranti, bar e locali, né di anticiparne l’orario di chiusura introducendo di fatto un coprifuoco».
“Chiusure selettive” se i contagi aumentano sensibilmente
Conte non vuole drammatizzare e intende restare coerente con «i principi di proporzionalità e adeguatezza» delle misure. Ma che l’allarme a Palazzo Chigi sia alto lo conferma la bozza della «NaDef» (la Nota di aggiornamento al Def, ndr) approdata in Consiglio dei ministri. Nel paragrafo dedicato a un possibile «scenario avverso» della pandemia in Italia si legge che — qualora la ripresa dei contagi dovesse aggravarsi «sensibilmente» negli ultimi mesi del 2020, con conseguente sofferenza del sistema ospedaliero — il governo sarebbe costretto a «reintrodurre chiusure selettive di alcuni settori e misure di distanziamento sociale».
Conte: «Abbiamo un sistema di monitoraggio sofisticato»
Su Rai1 a «Settestorie» il premier spande fiducia, convinto che la fase acuta sia alle spalle: «Non vedo all’orizzonte un nuovo lockdown». Esclude di dover spegnere di nuovo i motori dell’Italia intera, perché il sistema sanitario è stato rafforzato rispetto alla prima, drammatica fase dell’emergenza. E smentisce di essere ispirato da uno spirito di «incauto» ottimismo: «Abbiamo elaborato un sistema di monitoraggio molto sofisticato che ci consentirà, laddove necessario, di intervenire in modo mirato e circoscritto». Ma a porte chiuse Conte si è detto preoccupato per gli sport e per gli eventi.
Articolo da Corriere.it