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Approda alla Triennale di Milano una mostra su Lingeri esponente dell’architettura razionalista

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Sarà possibile visitare fino al 21 novembre alla Triennale di Milano la mostra “Pietro Lingeri, astrazione e costruzione”, uno speciale percorso espositivo dedicato all’architetto Pietro Lingeri (1894-1968), a cura di Gabriele Neri e con progetto di allestimento di Onsitestudio, sviluppato nell’ambito di un lavoro di digitalizzazione e valorizzazione dei materiali dell’Archivio Pietro Lingeri, frutto di una collaborazione con l’archivio stesso. La mostra si propone di leggere l’opera di Lingeri, uno degli esponenti più significativi dell’architettura italiana del XX secolo, autore di alcuni dei progetti più rilevanti del razionalismo italiano negli anni trenta e di una lunga serie di opere nella Milano del dopoguerra, coniugando la prospettiva storica con una lettura attuale, capace di evidenziare le questioni che le sue architetture sollevano oggi. Il percorso espositivo intreccia infatti due livelli interpretativi. Il primo attraverso schizzi, disegni, fotografie, modelli, lettere e materiali originali spesso inediti provenienti dall’Archivio Pietro Lingeri e altre istituzioni, consente di ripercorrere l’opera dell’architetto facendone emergere il contesto storico, la ricerca compositiva e costruttiva, il rapporto tra modernità e tradizione, l’influenza sul disegno della città, il ruolo nel dibattito architettonico italiano, i riferimenti artistici e le molteplici collaborazioni progettuali. Il secondo livello interpretativo è invece composto da contributi eterogenei che osservano l’opera di Lingeri da una prospettiva aggiornata, facendo emergere la stratificazione che ogni architettura porta con sé. L’accostamento di queste due prospettive punta così a mostrare ogni architettura non come un episodio isolato e dunque congelato nel passato, ma come la somma di un’incessante stratificazione di significati, attori, mezzi di rappresentazione, storie e interpretazioni, anche in conflitto tra loro, privilegiando un approccio diacronico che possa valorizzarne la complessità e stimolare domande sul presente e sul futuro di una Modernità con ormai molti decenni alle spalle.

di Francesco Franza

Fonte Foto: repubblica.it

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